In questa fase di campagna elettorale tutti i partiti si sono soffermati sulle proprie proposte di riforma fiscale. Abbiamo quindi ritenuto utile inviare ai vari rappresentanti di partito alcuni punti utili al dello spettacolo. Pochi punti che avrebbero però un notevole impatto sulla filiera.
Di seguito testo e proposte:
A nome del Coordinamento StaGe siamo a scriverLe, certi della massima attenzione e della vicinanza al comparto che rappresentiamo, per evidenziare alcune criticità e proposte di soluzione relative al mondo dello spettacolo che si ritengono importanti al fine di rilanciare il settore, oggi in grande sofferenza.
Rimodulazione della percentuale IVA:
– IVA al 10% su tutta la filiera dello spettacolo, ivi compreso il settore dell’intrattenimento ad oggi differenziato da quello dello spettacolo;
– Uniformare l’aliquota IVA al 4% applicata su tutti i prodotti culturali, includendo i prodotti discografici e gli strumenti musicali (oggi al 22%) al pari del comparto editoriale;
– Ridurre al 4% l’IVA sul diritto d’autore (oggi al 22%).
– Esentare da IVA le attività di didattica, in subordine, uniformare l’aliquota IVA, stabilendola al 5%.
Sul punto si rappresenta che oggi viene applicato un sistema farraginoso in base al quale l’IVA sulla didattica è diversificata in base al soggetto che eroga il servizio. Tuttavia, poiché l’imposta ricade sull’utente finale, tale diversa imposizione per lo stesso servizio comporta una grave disparità di trattamento in capo agli allievi (o alle famiglie, nel caso di allievi non economicamente indipendenti).
Credito d’imposta su organizzazione di attività di intrattenimento e spettacolo
Si propone l’introduzione del credito d’imposta rivolto a teatri, gestori di locali e organizzatori di eventi, che non abbiano già percepito fondi pubblici per la medesima finalità, sui costi di organizzazione degli spettacoli dal vivo.
Si propone di stabilire una percentuale d’applicazione modulabile in base alla tipologia di attività di spettacolo e d’intrattenimento realizzata, conteggiata sul costo per organizzazione.
Nello specifico le spese ammissibili e rendicontabili dovrebbero essere: “costi per compensi ad artisti”, “costi per servizi svolti da artisti anche attraverso imprese di qualunque natura giuridica” e “spese diritto d’autore relativi all’evento”.
Spesa massima annuale rendicontabile 15.000,00 euro al netto di IVA
I tre scaglioni percentuali del credito d’imposta potrebbero essere così suddivisi:
– Intrattenimento generico: 50%;
– Spettacoli di Teatro e di Musica dal vivo: 55%
– Musica dal vivo con repertorio all’80% di propria produzione: 60%
Questo sarebbe un incentivo alla ripresa degli spettacoli di intrattenimento (teatro, musica live, dj set, cabaret, ecc.) ed allo stesso tempo un incentivo alla regolarizzazione dell’attività artistica, vista la necessità di documenti certificativi (fatture, prestazioni occasionali, ecc.) per la rendicontazione.
Riteniamo che le risorse a copertura di questo provvedimento possano essere recuperate proprio dall’indotto derivante dal lavoro che questa norma andrebbe a far emergere, con beneficio per tutti.